Precauzioni per difendere i bambini dallo smog

 
 

I bambini sono particolarmente soggetti all’inquinamento, sia a quello atmosferico che a quello ambientale: ciò è dovuto a una serie di fattori, che riguardano sia il comportamento dei bambini – gattonare, mettere in bocca gli oggetti – sia le loro particolari caratteristiche fisiologiche che sono diverse da quelle degli adulti: i bambini respirano più velocemente e hanno un metabolismo più veloce, quindi inalano una quantità di inquinanti superiore a quella di un adulto. Anche coloro che fanno esercizio fisico all’aperto respirano più velocemente e inalano più inquinanti: per questo motivo, nelle giornate in cui i livelli di inquinamento nell’aria sono più alti i medici sconsigliano di uscire ai bambini e a coloro che intendono fare sport all’aperto.

Esistono molti studi che dimostrano il collegamento tra l’inquinamento atmosferico e l’insorgenza di patologie nei bambini: ad esempio, nei periodi in cui sale la percentuale di polveri sottili nell’aria, il cosiddetto Pm10 che porta alla chiusura dei centri cittadini alle automobili, sale anche il numero di casi di wheezing, il respiro fischiante nei bambini. Si tratta di un problema non eccessivamente grave, ma che deve essere trattato con terapie che possono essere anche a base di farmaci cortisonici: questi ultimi possono causare gravi effetti collaterali.

Negli ultimi anni sono state varate diverse iniziative per diminuire il livello di inquinamento atmosferico e tutelare la salute dei bambini: una di queste è il Pedibus, attivo ormai in molte città italiane. Si tratta di un autobus “a piedi”, costituito da un gruppo di bambini guidati da un adulto che si recano a scuola a piedi, fermandosi alle diverse fermate per raccogliere altri bambini. Si tratta di un progetto che non solo favorisce l’attività fisica dei bambini, ma mira anche a ridurre il numero di veicoli che circolano nelle strade e dunque l’inquinamento.

Ma cosa è possibile fare per ridurre l’esposizione agli agenti inquinanti dei bambini più piccoli, quelli che ancora non sono in grado di camminare da soli? Spesso alcune mamme provano a proteggere i propri bambini con i teli di plastica trasparente pensati per proteggere i passeggini dalla pioggia, ma non sono efficaci contro l’inquinamento, che colpisce i più piccoli in modo particolare perché l’altezza di un passeggino – o di un bambino piccolo che cammina a piedi – è molto più vicina a quella dei tubi di scappamento delle automobili rispetto all’altezza di un adulto.

Una soluzione per risolvere questo problema consiste nel lasciare a casa il passeggino, portando il bambino in una fascia portabebè: sollevandolo all’altezza del petto materno, infatti, si evita l’esposizione diretta ai tubi di scappamento e si protegge il bambino in modo più efficace dagli agenti atmosferici. Le fasce portabebè hanno, naturalmente, molti altri vantaggi oltre a questo: promuovono infatti il legame tra genitore e figlio, consentono al bambino di mantenere una posizione più naturale e in alcuni casi permettono anche di allattare in modo discreto.

Per quanto la fascia portabebè possa rappresentare una soluzione provvisoria al problema dell’inquinamento, l’unica soluzione definitiva è quella di ridurre il numero di polveri sottili nell’aria, e nel frattempo di rispettare le allerte diramate dai medici rimanendo a casa nei giorni di maggiore inquinamento.